Dintorni di Bologna

Bologna - Raticosa - Sasso di S.Zanobi - Piancaldoli - Valle del Sillaro

Partiamo da Bologna, prendiamo la via Toscana, arrivati a Rastignano imbocchiamo, voltando a destra, la Fondovalle Savena; la percorriamo per circa 30 Km ad andatura spedita (attenzione ai molti ciclisti nei giorni festivi) fino all'incrocio con la strada che porta a Loiano. Svoltiamo a sinistra e saliamo ripidamente fino al paese: si arriva a una rotonda, ove seguiamo l'indicazione per Monghidoro ma poco dopo giriamo a sinistra per S.Benedetto del Querceto. Si interseca la famosa s.s.65 "della Futa" e si scende, attraversando Quinzano (notate il vecchio centro alla vostra destra), verso il paese. Da qui prendiamo, a destra, la strada che percorre la Valle dell'Idice incontrando, fra gli altri, il piccolo centro di Frassineta. Poco dopo ci troviamo dentro un bosco di piante a medio fusto, piuttosto fitto, ma dopo qualche altro chilometro il paesaggio cambia molto e improvvisamente: quasi in corrispondenza del confine con la Toscana gli alberi di poco fa hanno passato il testimone alla vegetazione che si trova sui nostri Appennini quando la quota � superiore a circa 900 m.s.l.m. Questo luogo mi � sempre apparso "spettrale", spero affascini anche voi; il periodo in cui mi piace di pi� � la primavera, quando i colori sono vivaci. Proseguendo incontriamo un bivio: prendendo la destra arriviamo presto al Passo Della Raticosa (968 m.), dove possiamo ristorarci all'omonimo Chalet. Torniamo al bivio e seguiamo la strada che avevamo trovato alla nostra sinistra: percorreremo ancora alcuni chilometri in un ambiente caratteristico e vedremo con facilit� diverse mucche che pascolano pacificamente ai lati della strada. Non potremo non notare poi il Sasso di S.Zanobi. Incontriamo Piancaldoli dove vediamo una fontana vicino alla Chiesa: la targa che la sovrasta dice che "..questo castello della Romagna Fiorentina diede i natali a Torricelli.." (l'inventore del barometro).

Scendiamo adesso lungo la Valle del Sillaro, seguendo le indicazioni per Sassoleone: questo tratto � molto poco frequentato e piuttosto divertente per chi guida, a patto di avere le sospensioni ben tarate, perch� non ci sono buche ma parecchie ondulazioni e le curve si succedono immediatamente raccordate l'una alla successiva. Pi� in basso, dopo Sassoleone, la strada si fa pi� aperta e si procede veloci in scioltezza. Alla fine del tragitto troviamo la cittadina di Castel S.Pietro, che pu� valere una sosta per visitare il centro.

Ora non resta che rientrare, si pu� prendere la via Emilia e l'A14; io consiglio, per chi torna a Bologna, di sfruttare gli "Stradelli Guelfi" (s.p. 56 Colunga) raggiungibili seguendo prima le indicazioni per l'autostrada e poi deviando a sinistra per Poggio. In caso seguiate questo percorso, all'altezza di Ozzano (cio� quando vedrete i sei silos del Consorzio Agrario) sar� bene che facciate attenzione ai pericoli che vengono dal cielo :-)

Alternativa: Raticosa - Firenzuola - Valle del Santerno - Valle del Sillaro
Arrivati allo Chalet, si pu� seguire la Futa fino quasi al Passo omonimo, svoltando prima a sinistra per andare verso Firenzuola, da dove conviene seguire le indicazioni per Imola, in modo da percorrere la parte alta della Valle del Santerno: purtroppo l'attivit� estrattiva ha turbato il paesaggio, ma non gli ha tolto il fascino. Dalla strada scendono verso il fiume, che ha una colorazione quasi verde, delle stradine che portano alle cave sul crinale opposto: attenzione a non trovarvi in mezzo a qualche scavo fatto con l'aiuto degli esplosivi (difficile resistere alla tentazione di vedere il fiume da vicino). E' molto consigliabile fare questo giro nei giorni festivi anche per non trovarsi circondati di grossi e sporchi camion, che oltretutto imbrattano l'asfalto di terra rendendolo scivoloso.

Consiglio di proseguire fino a Castel del Rio e poi svoltare a sinistra per Sassoleone, da dove ci si immette nel percorso descritto prima. Scendendo invece fino a Imola ci si trova in una strada piena di traffico sardomobilistico :(

Riola di Vergato - La Scola - Montovolo

A circa un ora dal centro di Bologna si pu� trovare un piccolo borgo mediovale praticamente intatto, perch� poco conosciuto e visitato, che vale una visita (vedi qualche foto). Pu� bastare una sosta di pochi minuti durante il tragitto che si percorre per andare, in estate, a fare un bagno al lago di Suviana. Si arriva dalla citt� seguendo la ss.64 "Porrettana", si entra nel centro di Riola assecondando le indicazioni per Suviana o Campolo: dentro il paese si vede una moderna chiesa disegnata dal famoso architetto A. Aalto mentre poco fuori si noter� senza dubbio la Rocchetta Mattei, stravagante maniero costruito nel secolo scorso dall'omonimo Conte, personaggio pi� che bizzarro; basti sapere che la sua camera da letto era accessibile solo tramite una specie di ponte levatoio che il Conte ritirava prima di dormire in modo da sentirsi sicuro e inattaccabile. Dopo un paio di chilometri si trova un bivio: proseguendo si va verso Suviana, svoltando a sinistra (seguendo le indicazioni opportune) si inizia a salire verso Montovolo ma, prima del paese di Campolo si trova, a destra la breve strada che porta a La Scola di Vimignano. Vedrete il nastro d'asfalto interrompersi: � il momento di fermarsi, spegnere il motore e togliere il casco: davanti a voi si trova il borgo mediovale. Peccato che il primo impatto visivo sia rovinato brutalmente da un orribile telefono pubblico Telecom, giallo, squadrato, piantato violentemente nel fianco di una casa antica. Conviene sfuggire a questa visione inoltrandosi sul selciato delle stradine interne alle case. Questo centro � nato attorno all'ottavo secolo ed era un luogo strategico di confine, nonostante questo lontano dalle principali arterie di traffico, per cui � rimasto intatto. La maggior parte degli edifici che compongono l'abitato sono del quattrocento- cinquecento, e sono notevoli i cipressi ultracentenari che si trovano all'interno: uno di loro � fra i pi� antichi alberi italiani.
Se invece di prendere la deviazione per La Scola si procede verso Montovolo (consigliata la moto da Enduro, anche non specialistica) si arriva al Santuario, poco oltre il quale si pu� ammirare il panorama dal Balzo di S.Caterina.

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