Io sono matto, nell'opinione di tutto il parentado, per tre ragioni: non metto formaggio grattugiato sulla pasta asciutta, che per altro mi piace assai poco; mangio l'insalata, ogni sorta d'insalata, senza una goccia d'aceto: e non mi sono voluto laureare.

Io sono un dottore di nessuna dottrina: io non sono professore. Io sono Ciro, o il Signor Ciro, o il signor Monti, o Ciro Monti: e cio' mi basta. Forse per questo, perche' il mio nome mi basta, io non volli continuare oltre il terzo anno a pagare le tasse dell'Universita'. E perche' mi facevano ridere tutti quei miei coetanei che il giorno della laurea avevano gia' pronti, ne' piu' odorosi di tipografia, i biglietti da visita con il titolo di dottore, per cui si sentivano improvvisamente, e agli occhi della moltitudine apparivano, un po' piu' alti di statura. E piu' mi facevano ridere, e mi fanno ridere ancora, quando in ogni sorta di discussione politica se ne vengono avanti con prosopopea dicendo:-Noi della classe colta.- E sono ignorantissimi e bestie, che un libro, dopo la laurea, o la pagina d'un quotidiano, non hanno mai letto.

Il mio nome e il mio cognome mi bastano; e mi piacciono, anche. Solo da ragazzo li desiderai un po' piu' lunghi e sonori, un nome quadrisillabico, per esempio, e un cognome trisillabico combinati in un ritmico settenario, come Ludovico Quaroni, o un nome bisillabo e un cognome trisillabo, dattilo e spondeo, legati in un carezzevole adonio, come Este Milani. Ma ora il mio nome e il mio cognome mi piacciono cosi' come sono, ne' piu' saro' tentato di mascherarli come facevo da ragazzo quando li anagrammavo in tre modi cosi': Morticino, per firmare le poesie sentimentali; M. (tiro noci), le satiriche; M. (io trinco), le bacchiche e conviviali. Ora firmo e firmero' sempre Ciro Monti, che e' molto piu' semplice, piu' superbo e piu' chiaro.

Ciro Monti

tratto dalla prefazione al romanzo "Senza Senso" - ed. Novalis - S.Lazzaro di S. -Bologna- 1988



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